di Luciano Pitullo
Quando penso alla serata del 27 dicembre 2009, trascorsa insieme ad alcuni amici nella splendida cornice della Masseria Sant'Agapito a Lucera (Fg), durante la quale è stato presentato dall'autore il libro NATO: Colpito e Affondato, mi torna in mente la vita di un altro grande Uomo, don Peppe Diana che ha voluto pubblicare un documento con un titolo romanticamente forte proprio il giorno di Natale, "Per amore del mio popolo non tacerò".
Don Peppino aveva una priorità: ricordare che bisognava, dinanzi all'ondata del potere mafioso, non più contenere l'attività sua e della società civile nel silenzio omertoso, ma sostenere la necessità prioritaria di scendere in piazza e per le strade; una necessità di denunciare e di agire come condizione assoluta, per dare un senso al proprio essere. Così quella sera, il giornalista di cui vi parlerò, disse: "per amore dei bambini continuerò a svolgere il mio lavoro, mettendo da parte le minacce, i rischi e le paure".
Quella che vi racconterò è la vita di un giornalista libero, Gianni Lannes, giornalista d'inchiesta che combatte tutti i giorni, con la potente arma dell'informazione, le "ecomafie", spronando i cittadini e le istituzioni affinché il potere mafioso non prevalga sulla coscienza della gente, prevaricando sul bene comune: in altre parole, un Uomo che chiede di indignarsi con determinazione a ciò che attanaglia in ogni momento lo stato di diritto. Ci incita a ricercare la verità come obiettivo primario dell'esistenza stessa.
Dovremmo quindi essere stanchi di affrontare discussioni intrise di pregiudizi e mai di giudizi, mai o quasi, nel merito delle questioni. Un giornalista dalla parte di chi non ha voce, accanto ai deboli e indifesi, inclusi i migranti schiavizzati e senza diritti. La nostra identità è nobile: la Magna Grecia dice qualcosa ai leghisti di Bossi, razzisti e ignoranti? Ci incita a non considerare il mezzogiorno come una discarica, tantomeno del nord. E’ora di destarsi dal letargo, il suo giornale Terra Nostra potrà essere grazie anche a noi lettori, uno strumento di crescita ed emancipazione. Come Ghandi ci insegnava “La verità è la prima cosa da ricercare, dopo di che la bellezza e la bontà giungeranno da sole”. Il giornalista è stato oggetto più volte di attentati di stampo mafioso e attualmente vive sotto scorta. Stranamente le "intimidazioni" sono arrivate subito dopo aver pubblicato sul suo giornale online uno dei primi articoli, dove in modo molto dettagliato ci illustrava un monografico su 54 progetti che prevedono la costruzione di inceneritori in Puglia.
Il suo libro, NATO, colpito e affondato ci racconta la vicenda del Francesco Padre, un piccolo peschereccio che il 4 novembre del 1994 si trovava nelle acque dell'Adriatico orientale. Cinque uomini quel giorno erano a pesca in compagnia del loro cane: oggi quella barca è un rantolo contorto e i loro corpi giacciono in fondo al mare. La vicenda rientra tra quelle su cui vige il segreto di Stato, cosa questa facilmente spiegabile se consideriamo il fatto che quella notte, in quelle acque, era in corso l'operazione della Nato "Sharp Guard".
Noi di Investigatio Veritatis abbiamo conosciuto personalmente Gianni Lannes e abbiamo deciso di portargli non solo sostegno morale ma anche di informarci e documentarci sulle tante inchieste dell'eroico giornalista. Lannes non si stanca mai di portare a conoscenza di tutti le indagini sulle navi dei veleni sparse sui fondali del nostro amato Mediterraneo, dove solo nella zona garganica, dal 1972 ad oggi, si sono inabissate ben 25 navi (73 nell'intero Mediterraneo) con i loro carichi mortali (uranio impoverito, iprite, fosforo, fosgene, ecc...), sempre prontamente ostacolato dalle grandi e piccole istituzioni, dal ministro dell'ambiente Prestigiacomo, alla giunta Vendola, compreso l'intero Consiglio regionale.
Ora, insieme ad un gruppo di coraggiosi amici/collaboratori, sta cercando di sensibilizzare i cittadini dauni sui rischi che il sedicente impianto a biomassa della soc. Caviro a Carapelle (Fg) possa apportare in termini di impatto ambientale. E' ora di piantarla di pensare che la realizzazione di progetti così deleteri per la salute umana e per l'ecosistema sia una questione che riguarda solo il Comune interessato: l'inquinamento non ha confini o raggi d'azione limitati. Grazie alle sue inchieste, tanti imprenditori corrotti sono finiti nelle patrie galere, ma il 27 novembre il suo giornale ha dovuto subire una battuta d'arresto temporanea e le pubblicazioni sono state congelate: la vita e l'incolumità dei suoi collaboratori erano a repentaglio, la mafia aveva avvicinato alcuni di loro, intimandogli di smettere di scrivere per il giornale.
La paura è l'arma che queste persone usano, per continuare a coltivare i loro loschi interessi ed è per questo che noi di Investigatio Veritatis abbiamo deciso di accantonare la paura in un angolo e appoggiare con tutte le forze l'indipendenza dell'informazione della quale Gianni Lannes è degno rappresentante. In tal senso credo sia un dovere concludere con la sua teoria di cosa sia la paura:
"La speranza e la paura non sono esclusive, ma coinvolgono trasversalmente. Solo che la paura è passiva, la speranza va coltivata. La paura è una componente essenziale della nuova miseria, con l’intolleranza e la solitudine. Un giornalista d’altri tempi, Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984, mi ha insegnato una cosa fondamentale: “Scrivi ciò che vedi, senza farti condizionare dal contesto. Scrivi la verità che riesci a ricostruire, senza reticenze”. Come mai chi dice la verità in Italia viene denigrato, offeso, minacciato? Potere e denaro. Soldi facili che dilagano e corrompono, che si trasformano in omertà e alla fine in delitto. Non so quanti anni e quante generazioni occorreranno perché approdi una nuova leva di italiane/i che vogliano concretamente scrollarsi di dosso la coltre del silenzio. Dove sono i professionisti dell’antimafia, gli ambientalisti da salotto e gli intellettuali a tutto spiano? Forse, si sono rintanati nei soliti dibattiti a rimuginare stucchevoli litanie? Chissà se saranno i nostri figli o i nostri nipoti, chissà se riusciremo in breve tempo a seminare quel che serve a far germogliare di nuovo la sapienza delle madri e il coraggio dei padri o soltanto il sacrificio dei nonni, di quelli che hanno reso unica questa isola nel Mediterraneo, prima che l’egoismo e il criminale calcolo del privato profitto dei nipoti la riducesse in polvere. Ecco il nodo cruciale: ritrovare quantomeno la capacità di indignarsi, di reagire. Di chiedere che il bene di tutti venga prima dell’interesse di alcuni. Nel remoto 1962 Pier Paolo Pasolini (ammazzato misteriosamente) aveva scritto: “L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”. Su la testa: il destino è nelle nostre mani."
Grazie Gianni
1 commento:
Bell'articolo Luciano, complimenti!
In questi giorni sto andando sul giornale web di Lannes, "Italia Terra Nostra", per informarmi sui vari disastri ecologici della nostra terra. Ho deciso che non voterò Vendola, non appoggerò un altro governo che approva inceneritori e tace su navi avvelenate.
Grazie per la dritta.
Ciao, Marco.
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