Articolo di Marco Esposito
INTRODUZIONE
Lo sfratto esecutivo intentato da alcune parrocchie nei confronti di luoghi di cultura quali cinema d’essai e teatri è un fenomeno che riguarda diversi comuni italiani, da nord a sud, con conseguente perdita di tradizioni, valori ed esperienze culturali di buona parte del territorio nazionale. Il dossier realizzato e riportato di seguito evidenzia come l’indipendenza della cultura italiana dall’ingerenza della Chiesa Cattolica sia un problema tutt’altro che risolto.
Città come Milano, Viareggio, Ravenna, Roma, Foggia e Catania hanno vissuto (o stanno ancora vivendo) aspri scontri tra alcuni rappresentanti del potere ecclesiastico e gruppi di cittadini autonomamente organizzati in difesa della libertà di espressione.
L’intento di queste pagine non è quello di dare una versione distorta e generalizzata della chiesa Cattolica a cui vanno indubbiamente riconosciuti i meriti del suo operato nella nostra città e nel Mondo. Non si tratta neanche di delineare uno scontro tra cattolici ed anticattolici. La difesa di questi luoghi, importanti per la cultura e l’identità delle nostre città, vede infatti riunirsi persone di differente estrazione religiosa e politica unita dall’interesse comune per il cinema ed il teatro.
Lo scopo che ci si prefigge è di fornire un quadro, il più completo possibile, per fare luce su un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese negli ultimi anni: l’azione di alcuni membri della Chiesa Cattolica che rischia di arrecare più danni che benefici alla nostra società. Le informazioni raccolte sono state fornite dai vari comitati spontanei sorta a difesa delle singole realtà, dai diretti interessati e da siti internet che si sono occupati delle diverse situazioni.
LA VICENDA FOGGIANA
Breve biografia della sala
E’ il 1957 quando il sig. Giustino Palma decide di gestire la sala cinematografica “mons. Farina”, di proprietà della Curia foggiana. E’ il periodo della ripresa post-bellica, periodo in cui l’Italia comincia a sognare un futuro migliore. Un sogno in cui il cinema assume un ruolo importante.
Mauro Palma (l’attuale gestore), e la generazione di cui fa parte, cresce quindi in questo ambiente. A stretto contatto tra pellicole e proiettori, schermi di proiezione, sedie e poltrone su cui far viaggiare l’immaginazione tra gli indiani di “Ombre rosse” (diretto da John Ford) e le liane di “Tarzan l’uomo scimmia” (di W. S. Van Dyke).
Nel 1978 il figlio succede al padre nella gestione dell’attività familiare. La “Sala Farina” in questi anni è già diventata un’istituzione per la città, ma da qui in poi cambia il carattere dei contenuti e della programmazione, e cambia anche il nome in “Falso Movimento”. La struttura diventa un cinema d’essai: vengono proiettati film d’autore ad elevato contenuto culturale. Presto assume ruolo di polo culturale unico nel panorama della città e della provincia. Si succedono le varie rassegne cinematografiche tramite cui Foggia può incontrare artisti del calibro di Francesco Rosi, Marco Bellocchio, Mario Monicelli, Luciano Emmer e altri ancora. Senza contare poi l’impegno verso le scuole tramite cui è possibile formare un pubblico attento e ben istruito per il futuro.
Con questa scelta, che garantisce un pubblico sempre presente, il gestore riesce a superare le difficoltà legate alla crisi del settore a cui è dovuta la chiusura di numerose sale cinematografiche spazzate via dalla concorrenza dei multisala.
L’avviso di sfratto e la causa civile
Quindi dopo anni passati tra rassegne, proiezioni e manifestazioni, nel 2006 giunge l’avviso di sfratto da parte del parroco della cattedrale: tale don Antonio Sacco. A questo punto ci si domanda quali siano i motivi. E’ un’azione dovuta per morosità? Per inadempienza delle norme contrattuali, forse? Assolutamente no. Semplicemente don Sacco decide di non rinnovare il contratto alla sua scadenza e per questo manda l’avviso di sfratto.
Quali sono quindi le reali motivazioni di questa scelta? Per quale motivo un cinema che è diventato un vero pezzo di storia della città, situato in pieno centro storico, deve chiudere i battenti? Per rispondere a queste domande analizziamo quali sono i problemi che la Curia deve affrontare.
La “Sala Farina” fa parte dei locali annessi al corpo della Cattedrale di Foggia, chiusa dal 2005 per restauri. La stessa sala in cui è ubicato il “Falso Movimento” è stata oggetto di restauri negli anni ’90, per adeguamento alle normative vigenti, totalmente a carico dell’affittuario. Ergo, la parrocchia della Cattedrale si ritrova un locale di sua proprietà aumentato di valore senza aver versato neanche un euro. Altri fondi pubblici sono stati utilizzati per la riqualificazione del Centro storico, e quindi anche per la Cattedrale.
Dopo l’avviso di sfratto il sig. Palma decide di ricorrere al Tribunale con una causa civile, per opporsi alla decisione della Parrocchia della Cattedrale. L’esito dà ragione alla Curia che quindi ha diritto di riprendere possesso, nel luglio del 2010, della sua proprietà.
La mobilitazione popolare
L’importanza del “Falso Movimento” nel panorama culturale della città è ulteriormente testimoniato dall’affetto e dalla solidarietà espressa da migliaia di cittadini foggiani, e non solo, che hanno fatto della battaglia di Mauro Palma un proprio punto d’onore. Una raccolta firme a sostegno della petizione popolare è stata promossa sia su internet che nel cinema stesso, tv e giornali locali hanno portato il problema all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, svariati appelli sono stati rivolti alla controparte da numerose personalità della cultura foggiana, è stato creato un gruppo su Facebook “Salviamo il Falso Movimento” da Geppe Inserra (direttore artistico di svariate edizioni del “Festival del Cinema Indipendente di Foggia” puntualmente ospitato dalla sala in questione) che ha raccolto e raccoglie le idee e iniziative di migliaia di fan e sostenitori.
La solidarietà verso ciò che significa questo luogo per la città è espressa anche da alcuni cinema concorrenti, tra questi il “Cicolella”, oltre che da registi, attori, artisti, il rettore dell’Università di Foggia, esponenti politici locali nonché un ex Deputato della Repubblica quale Vladimir Luxuria.
In questi mesi di iniziative e appelli accorati è assordante, però, il silenzio di una controparte fortemente radicata nelle proprie posizioni e dalle decisioni inamovibili.
Il Consiglio Comunale
Arriviamo così al 22 giugno del 2009, data in cui il nuovo Consiglio Comunale si instaura a Palazzo di Città. La giunta di centro-sinistra vede come sindaco entrante Gianni Mongielli e nella figura di assessore alla cultura Rocco Laricchiuta, entrambi della lista “Mongelli per Foggia”. E’ poi del 4 settembre dello stesso anno la notizia che il Sindaco e la sua Giunta hanno deciso di devolvere una mensilità del proprio stipendio da amministratori a favore di un fondo da destinare al restauro della “Cattedrale e dei suoi tesori artistici”. Secondo le notizie circolanti in quel periodo sarebbero 13 i milioni necessari per completare i lavori, di cui 5,5 sarebbero dovuti essere resi disponibili dallo Stato e dalla Regione Puglia entro un breve periodo(non meglio definito).
Dopo diverse espressioni di solidarietà a titolo personale di alcuni esponenti del consiglio comunale la vicenda viene discussa ufficialmente a Palazzo di Città il 23 novembre. Il dibattito viene proposto all’ordine del giorno dalla “Commissione consiliare cultura” col tentativo di ricercare soluzioni alternative allo sfratto. All’attenzione del Consiglio vengono poste inoltre la petizione popolare sottoscritta da 3000 firmatari, una lettera del Rettore Giuliano Volpe ed una lettera dell’ex Deputato Vladimir Luxuria.
Dopo una discussione di un paio d’ore in cui sono stati tirati in mezzo lo Stadio Comunale, la sede della Figc, l’ex Pantanella (struttura sportiva foggiana), il Teatro Umberto Giordano e la Cattedrale (entrambi perennemente in fase di restauro); in cui qualcuno ha asserito che questo non è problema del Consiglio e altri che si, forse lo è ma è troppo tardi visto che c’è già una sentenza, si è arrivati quindi all’approvazione del seguente ordine del giorno: “Ricercare soluzioni alternative per scongiurare la chiusura del Falso Movimento e porre in atto gli interventi necessari per il recupero di tutti i contenitori culturali del centro storico, in primis il Teatro Giordano e la Cattedrale”. Tutto ciò per aprire “un confronto serio e costruttivo sul centro storico”.
Voce di Popolo
La reazione della Curia vescovile non si fa attendere oltre e si rende manifesta nelle pagine del periodico settimanale “Voce di Popolo”, l’organo di informazione dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino. Nell’editoriale del 27 novembre 2009 vengono spiegate le ragioni per le quali la Curia intende riappropriarsi dei propri spazi: “…non si tratta di una chiusura, semmai di una apertura: quel luogo, infatti, oltre a continuare l’attività cinematografica sarà un punto di riferimento per i giovani disagiati che vivono nelle zone del centro storico della città e per la comunità ecclesiale che dimora in una zona particolarmente bisognosa di rilancio spirituale, oltre che culturale… Se fossimo stati interpellati, lo ribadiamo, avremmo spiegato con chiarezza e determinazione che dietro a questa vicenda c’è innanzitutto un amore per i ragazzi e per le loro famiglie.”
Sempre dallo stesso periodico nel numero successivo giunge la voce dell’ex sindaco di Foggia: “Orazio Ciliberti”. In un articolo intitolato “Un’indegna gazzarra” Ciliberti esprime le proprie opinioni riguardo alla vicenda : “Desidero esprimere la mia solidarietà a sua eccellenza l’Arcivescovo di Foggia, per la indegna gazzarra che qualcuno ha inteso sollevare in ordine alla questione dello sfratto del cinema “Falso Movimento”. Si tratta di una polemica pretestuosa e inaccettabile…
in un mondo in cui la stessa sala cinematografica è istituzione recessiva- destinata credo a scomparire- dietro la pressante evoluzione delle nuove forme di comunicazione, come la tv digitale, internet, i dvd, le multisala, in un sistema siffatto, mi sembra assurdo contestare la scelta della Curia vescovile foggiana…
L’ardore polemico, degno di miglior causa, denota i limiti dei falsi intellettuali nostrani, il loro pressappochismo, la supponenza, la saccenza di chi vuol dimostrare uno spessore culturale maggiore delle sue dotazioni.”
Queste sono le parole riservate dall’ex sindaco a chi ha offerto gratuitamente l’uso della sala per la campagna elettorale e a quella parte di sostenitori del Falso Movimento che hanno contribuito alla sua elezione.
Arriviamo quindi ad oggi. Dopo mesi di discussioni e dibattiti il sig. Palma e i suoi 4000 sostenitori attendono le “soluzioni” che l’amministrazione comunale si era fatta ufficialmente carico di ricercare. Finora infatti non si è avuta alcuna notizia né proposta proveniente dal Municipio, intanto il termine ultimo entro il quale poter fare qualcosa si avvicina inesorabilmente.
... Continua in SCHERZI DA PRETI / PARTE 4