Breve excursus nel mondo degli sfratti intentati da alcuni elementi della chiesa cattolica nei confronti della cultura italiana.
Scritto da Marco Esposito per Investigatio Veritatis
Continua il dossier sugli sfratti intentati da enti ecclesiastici nei confronti di luoghi della cultura italiana. Dopo la vicenda del cinema d'essai foggiano "Falso Movimento" (Vedi Scerzi da preti / Parte terza) è la volta di Viareggio. Il "Cinema Centrale" è stato infatti sfrattato nel maggio del 2009 dalla parrocchia presso cui era stato stipulato un contratto d'affitto.
L’UNICO CINEMA D’ESSAI DELLA VERSILIA
Nel 1948 nasce a Viareggio il cinema d’essai “Centrale”, l’unico cinema d’essai della Versilia, la famosa zona della Toscana nota per il suo litorale. A gestirlo è la famiglia Carmignani e più precisamente da Mario. La sala ha sede presso uno dei locali di proprietà della parrocchia di Sant’Andrea, con cui viene stipulato un contratto d’affitto.
Con il duro impegno e lavoro di una vita la famiglia Carmignani fa del proprio cinema un’istituzione culturale della città sia per la qualità delle proiezioni che per l’impegno sociale a vantaggio delle giovani generazioni.
Da quando il festival “Europacinema” si trasferisce a Viareggio il “Centrale” contribuisce ad ospitarne numerose edizioni. Per dare l’idea dell’importanza dell’evento riportiamo qui un piccolo riassunto della sua storia estrapolata dal sito ufficiale. “EuropaCinema fu fondata a Rimini nel 1984 da Felice Laudadio - direttore della Mostra internazionale d'arte cinematografica della Biennale di Venezia nel biennio 1997-98 e presidente di Cinecittà Holding dal 1999 al 2002, attualmente direttore del TaorminaFilmFest (dal 1999). EuropaCinema nacque con la collaborazione di Federico Fellini, che creò il logotipo del festival e il suo primo manifesto, realizzati negli anni successivi da Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Ettore Scola, Marcello Mastroianni e Ingmar Bergman. EuropaCinema divenne immediatamente uno dei più prestigiosi festival europei, subito considerato da produttori, distributori e autori efficace alternativa alla Mostra di Venezia. Ruolo che ha conservato e anzi rafforzato allorquando il festival è stato definitivamente trasferito dal 1989 a Viareggio, una città perfetta per ospitare in settembre una manifestazione del prestigio e dell'importanza di EuropaCinema.”
Dopo decenni di attività si giunge quindi alla fine del 2004. In questo periodo viene recapitata al sig. Mario Carmignani una lettera in cui la parrocchia annuncia la risoluzione del contratto per la fine del 2005. La decisione non viene presa per morosità da parte dell’affittuario, anzi il gestore è sempre stata una persona correttissima: “mai pagato in ritardo, mai dato fastidio. Dal 1983, quando si dovette rifare la copertura, la parrocchia non ha mai speso una lira, un centesimo nel cinema. Ho sempre fatto tutti gli interventi io, di ordinaria o straordinaria manutenzione.”
La motivazione di questo atto risiederebbe, stando alle prime dichiarazioni ufficiali, nella volontà di restaurare la cappella sconsacrata di San Giuseppe. Per fare ciò servirebbero circa tre milioni di euro da recuperare tramite la vendita dell’immobile in cui è locata l’attività del cinema “Centrale”.
Ma non sarebbe da vendere così com’ è. Infatti in Comune viene depositato un progetto di ristrutturazione che prevede al posto della sala la realizzazione di spazi per appartamenti ed uffici la cui destinazione d’uso, naturalmente, farebbe incrementare ulteriormente il valore dell’edificio.
Quindi, ricapitolando, la parrocchia sostiene di aver bisogno di soldi per ristrutturare la cappella, ma per fare ciò è disposta a spendere altri soldi per trasformare un cinema in negozi ed appartamenti da rivendere. Come potrebbe essere chiamata quest’operazione in semplici parole? Spulciando sul Nuovo Zingarelli (dizionario della lingua italiana) troviamo questa definizione: “Insieme di operazioni commerciali, intese a ricercare un guadagno”. Guardando un’altra definizione presa dall’enciclopedia on-line “wikipedia” ci imbattiamo in un’altra definizione: “In economia la speculazione è una manovra mercantile che vuole lucrare sull’andamento del mercato in un determinato settore. Essa riguarda l’acquisizione e la successiva vendita, di articoli, immobili, obbligazioni, azioni, monete, con il fine specifico di guadagnare surplus tra il costo di acquisto ed il prezzo di vendita”. Entrambe le definizioni si riferiscono alla parola “speculazione”. Nel nostro caso potremmo quindi asserire che ci troviamo di fronte ad un tentativo di speculazione edilizia.
Qualcuno potrebbe sostenere che magari questa posizione sia un po’ troppo critica o radicale, visti comunque sia la caratura dell’istituzione di cui si sta trattando, sia le motivazioni che hanno spinto a questa scelta (la ristrutturazione della cappella). Eppure c’è qualcos’altro che ci mette la pulce nell’orecchio. Innanzitutto l’immobile è ubicato in una zona centrale e costosissima della città, cosa che ne aumenterebbe ulteriormente il probabile valore di mercato. Inoltre tutte le iniziative proposte dall’amministrazione comunale hanno un secco diniego. L’allora sindaco Marco Marcucci, pur di salvare lo storico cinema, propone di reperire i fondi per la ristrutturazione di “San Giuseppe” in un primo momento e, dopo una risposta negativa dal legale rappresentante (padre Francesco Bergamaschi), di comprare il “Centrale”.
Nulla da fare: quel cinema deve sparire.
Ma la cittadinanza e la famiglia Carmignani non ci stanno. Alla scadenza del contratto il “Centrale” è ancora al suo posto. A giugno del 2006 il locale non è ancora stato sgomberato e la parrocchia passa quindi alle vie legali. Intanto si costituisce il comitato “Salviamo il cinema Centrale” che raccoglie in pochi mesi 4000 firme. Dimostrazioni di solidarietà giungono da Mario Monicelli, Stefania Sandrelli, Ettore Scola, Felice Laudadio, Marco Columbro. Al coro si uniscono anche le voci di due ecclesiastici: padre Luigi Sonnenfeld “Io, prete, chiedo perdono per le scelte della parrocchia, decisioni incoerenti con i doveri di pace e misericordia”, e don Bruno Frediani “La Chiesa non può agire come un soggetto privato e anche un cinema può arricchire una città”.
A seguito delle polemiche suscitate dalle scelte controverse esercitate dalla parrocchia di Sant’Andrea, padre Francesco Bergamaschi fa un passo indietro e dichiara che il cinema continuerà comunque ad esistere e non verrà cambiata la sua destinazione d’uso.
La battaglia legale comunque continua e il 6 dicembre 2006 l’ufficiale giudiziario convoca le parti al Tribunale Civile di Viareggio. Con quest’incontro viene fissata una nuova data per lo sfratto esecutivo, rinviato quindi al 26 gennaio 2007. La popolazione e la famiglia Carmignani continuano a non arrendersi e riescono comunque ad ottenere una ulteriore proroga dei tempi al 28 maggio 2009, in cambio della cessione dei propri beni e delle proprie attrezzature posti all’interno dell’immobile in questione.
Nel giorno fissato per il termine ultimo ha luogo la proiezione al cinema “Centrale” del film “La rabbia” di Pasolini. Centinaia di sostenitori si ritrovano per dare l’ultimo saluto a quella sala in cui hanno vissuto innumerevoli emozioni per decenni.
I tre dipendenti sono stati liquidati con non pochi sforzi economici da parte di Mario Carmignani, divenuto oramai ex gestore per cui le porte della pensione (che sembrava così vicina) si sono allontanate inesorabilmente. Da giugno dello stesso anno il cinema è chiuso per lavori, nonostante padre Bergamaschi avesse rassicurato riguardo la sua riapertura a settembre. I lavori in realtà non sono mai cominciati e chissà quando si vedrà la fine. Ciò che resta ai viareggini è la consapevolezza del fatto che la loro città, e con essa l’Italia intera, ha perso un ulteriore importante componente della propria storia culturale.
... Continua in SCHERZI DA PRETI / PARTE 5
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