venerdì 2 aprile 2010

SCHERZI DA PRETI / PARTE 5

Dopo Foggia (Scherzi da prete/parte3) e Viareggio (Scherzi da prete/parte4), in questo post narriamo la vicenda del cineclub "Il Labirinto" di Roma sfrattato dall'Ordine dei Redentoristi della parrocchia di San Gioacchino.
Intanto in diverse parti d'Italia continuano le manifestazioni di protesta.
Buona lettura.




CINECLUB "IL LABIRINTO"

A Roma il cineclub “Il Labirinto” per decenni ha costituito un importante punto di riferimento nel panorama culturale ed associativo. Nel 1979, presso la parrocchia di San Gioacchino nel quartiere Prati, il direttore Giorgio Valente stipula un contratto d’affitto per il locale di proprietà dell’Ordine dei Redentoristi.
All’interno del trisala di Via Pompeo Magno sono quindi ospitate le attività dell’associazione culturale cinematografica “Il Labirinto”. Varie rassegne di filmografia d’autore mondiale ed europea, iniziative intraprese con il patrocinio della amministrazioni locali hanno permesso alla popolazione romana di avere un punto di riferimento in cui poter aprire i propri orizzonti cinematografici. In trent’anni di attività sono infatti più di centomila gli associati.
Tutto bene quindi fino a quando, nel giugno del 2007,giunge da parte dei “Redentoristi” la decisione di non rinnovare il contratto di locazione. Come si è giunti a questa decisione? Facciamo un passo indietro di qualche anno.Nel 1995 il direttore Valente stipula un contratto di rinnovo che prevede il raddoppio del canone di locazione, il quale passa quindi da 4000 euro mensili, valido fino ad ottobre del 2007. In vista della scadenza la direzione del cineclub avvia le trattative per un ulteriore rinnovo con l’Ordine dei Redentoristi, in quanto le loro richieste prevedono un aumento del canone da 5500 euro mensili. Inoltre la struttura richiede degli interventi di ristrutturazione di cui si dovrebbe far carico l’affittuario che deve provvedere quindi alla redazione di un progetto apposito.
In virtù di ciò il sig. Valente dà inizio, nel marzo del 2007, a delle trattative per raggiungere un accordo sull’entità del canone, trattative bruscamente interrotte nel giugno dello stesso anno (come precedentemente accennato).Ufficialmente non sarebbe ancora stata scelta la nuova funzione della sala da parte della proprietà, ma secondo il direttore la ragione sarebbe da imputare a motivazioni meramente economiche. In un’intervista rilasciata a Radio Radicale il direttore afferma infatti che il motivo del diniego risiederebbe nel non aver voluto accettare il canone di 5500 euro, soldi di cui l’Ordine aveva assolutamente bisogno. 
Lo spazio sarebbe quindi destinato ad accogliere attività a più alta redditività disposte a pagare tale prezzo e non certo ad attività umanitarie e caritatevoli. Eppure la parrocchia di San Gioacchino non dovrebbe avere grossi problemi di tipo finanziario viste le ragguardevoli entrate (sempre secondo le dichiarazioni del direttore Valente) garantite da altre sue proprietà quali appartamenti, negozi, garage, attività commerciali ed un magazzino. Tutte localizzate nell’intorno, famoso per essere una zona di uffici e studi finanziari di alto livello.
Si arriva quindi al 9 gennaio 2008, data in cui la forza pubblica esegue l’ingiunzione di sfratto depositata dall’Ordine dei Redentoristi. L’operazione viene eseguita senza fornire alcun preavviso all’associazione “Il Labirinto”. Vengono quindi messi i sigilli da parte dell’autorità giudiziaria e cambiati i lucchetti alle porte d’ingresso. All’interno rimane l’incasso degli ultimi giorni e le copie delle pellicole in proiezione, inaccessibili da parte dei gestori.La data per il ricorso viene fissata al 30 gennaio, ma non si ha un esito positivo. L’associazione non ha ancora trovato uno spazio alternativo per le proprie attività ed il cineclub ha quindi definitivamente chiuso i battenti.
Un altro pezzo d’Italia che se ne va.

... Continua in SCHERZI DA PRETI / PARTE 6

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