lunedì 12 ottobre 2009

IMMUNITA' PARLAMENTARE

Un nuovo fantasma aleggia per l'Italia: il reintegro dell'immunità parlamentare. Nel '93 venne abolita a seguito di Tangentopoli, perché i nostri politici rischiavano di essere linciati dalla folla, come accadde al caro vecchio Craxi soggetto a lanci di monetine. Sedici anni dopo la nuova classe politica, sempre più simile alla vecchia, comincia a buttare sul piatto questa "nuova" proposta. Per salvare sempre lui: Silvio. Anche coloro che a quei tempi si erano battuti contro l'immunità (Bossi per esempio) la caldeggiano vivamente. Evidentemente, raggiunto il potere, ci si può anche tranquillamente sconfessare, tanto nessuno si ricorderà del passato. E' qui che si sbagliano. Non possiamo permetterci di dimenticare e non lo faremo. Non dimenticheremo i moviti per cui questo privilegio è stato abolito, le persone che l'hanno cancellato e che oggi lo rivogliono, la rabbia della gente stanca di subire i soprusi dei potenti. Teniamo desta la memoria per non perdere una delle poche conquiste che i cittadini italiani sono riusciti ad acquisire negli ultimi 15 anni. In sostanza si ripropone sempre il solito problema, chiamasi conflitto d'interessi, infatti i parlamentari in questo caso sono chiamati a votare un provvedimento che rende loro stessi al di sopra delle regole, e noi rifacendoci alla recente vicenda del Lodo Alfano, ci chiediamo se l'art. 3 della Costituzione valga davvero per tutti o qualcuno soffre ancora nel sentirsi vulnerabile nei confronti della legge? E chi ne soffre così tanto, vuol dire che ha già commesso qualche reato e ha la coscienza sporca. Noi in Parlamento non vogliamo coscienze sporche!



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