Premessa
Con questo post si inaugura il viaggio di conoscenza della massoneria e delle logiche del potere occulto, il percorso si svilupperà in puntate.
Iniziamo da ciò che ci è più vicino e tangibile, il Novecento italiano.
La prima puntata è la ricostruzione delle origini e della storia di Propaganda 2.
L'importante è tenere sempre a mente che questa è solamente una delle migliaia di Logge operanti in tutti gli angoli del Mondo.
STORIA DELLA LOGGIA P2 / PARTE 1
1877 – Il Gran Maestro Giuseppe Mazzoni fonda la Loggia Propaganda
1885 – Il Gran Maestro Adriano Lemmi inizia a fornire lustro e prestigio alla Loggia Propaganda riunendo al suo interno deputati, senatori, banchieri e alti ufficiali dell’esercito.
1893 – Scoppia lo scandalo della Banca Romana (ex Banca dello Stato Pontificio), il direttore e il governatore vennero arrestati, il deputato Rocco de Zerbi morì improvvisamente (probabilmente suicida) e Giovanni Giolitti, coinvolto anche lui nello scandalo fu costretto a rassegnare le dimissioni da Capo del Governo.
I politici e i banchieri coinvolti nella vicenda furono molti, per brevità non se ne riportano i nomi, ma gran parte di loro facevano parte della Loggia Propaganda di Mazzoni e Lemmi. A seguito dello scandalo la loggia venne marginalizzata e perse parte della sua influenza.
Fu un evento che segnò indelebilmente la storia d’Italia, ma che sui libri di storia viene poco citato, chissà perché?
1923 – Il 13 febbraio il Gran Consiglio del Fascismo dichiara l’incompatibilià tra militanza fascista e appartenenza alla massoneria (certo forse sarebbe stato davvero troppo!, ndr). Le reazioni furono diverse, da una parte la fusione delle logge “dissidenti”, ovvero avverse al regime fascista, decretò la nascita della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana, che inizia subito a sponsorizzare l’antifascismo; dall’altra tutte le logge che, come la Gran Loggia di Piazza del Gesù il 15 febbraio 1923 (cioè due giorni dopo del proclamo del Gran Consiglio del Fascismo, ndr), proclamarono la loro fedeltà al fascismo.
1925 – Vengono promulgate le cosiddette “leggi fascistissime” o leggi eccezionali del fascismo, con le quali si abolivano la libertà di stampa e di associazione.
Vennero di fatto dichiarate illegali le logge massoniche, costringendo i rispettivi Gran Maestri a firmare i decreti di scioglimento delle Logge, incluso Domizio Torrigiani, all’epoca Gran Maestro della Loggia Propaganda.
1945 – Dopo la seconda guerra mondiale era stata riorganizzata anche la loggia P2, con l'aiuto della massoneria USA, trasferendovi i massoni più in vista o che dovevano restare "coperti". La liberazione sancisce la rinascita della Loggia Propaganda, che però mutò il suo nome in Loggia Propaganda 2 (P2 appunto, ndr).
1965 - Nel Dicembre 1965 il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta l'apprendista Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini, il quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia massonica e lo inserisce nella loggia P2. Nel 1969 Ascarelli e Gamberini affidano a Gelli un non meglio precisato incarico speciale nella loggia.
1970 – Lino Salvini, diventato nel frattempo Gran Maestro della Loggia delega Gelli a rappresentarlo presso gli iscritti della P2 con il titolo di Segretario Organizzativo.
1972 - Il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia in "Raggruppamento Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di segretezza evitando qualsiasi tipo di controllo e prendendone di fatto il controllo totale.
Nel frattempo, grazie alla intraprendenza di Gelli, molti personaggi eccellenti, soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti.
1973 - La loggia segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2. Alla Gran Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a un conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo, Gelli aveva acquisito troppo potere nel frattempo.
1975 - Nel gennaio 1975, resosi conto dell’errore commesso e dei rischi cui la crescente intraprendenza del Gelli esponeva l’intero G.O.I., il Salvini decideva che da quel momento la loggia P2 sarebbe stata una normale loggia non “coperta” ed esonerava il Gelli dalle funzioni di “segretario organizzativo”.
Gelli fece circolare documenti su presunte malversazioni finanziarie commesse dal gran maestro, il quale accusò il colpo e fece drasticamente marcia indietro: con decreto del 12 maggio 1975 il Salvini ufficializzava l’esistenza di una “regolare” loggia Propaganda n. 2, non “coperta” e costituita da poche decine di affiliati e il Maestro Venerabile Licio Gelli.
Lino Salvini, maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi, nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975 decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia
1975 - Licio Gelli fonda l'Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell'Assistenza Massonica (OMPAM) , una superloggia internazionale con sede a Montecarlo (a tutt'oggi sembra che sia ancora attiva).
1976 - Il meccanismo si perfezionò, infatti la P2 “regolare” venne sospesa, inaugurando un regime di doppia verità: ufficialmente i lavori della P2 erano sospesi, benché in realtà la stessa loggia, nella sua versione “segreta”, non soltanto continuasse ad esistere, ormai al di fuori di ogni controllo da parte del gran maestro e del G.O.I., ma proliferasse ben oltre ogni precedente storico fino ad assumere dimensioni abnormi, reclutando in tutta Italia ed al di fuori di qualsiasi regola tradizionale.
Gelli diventò una sorta di gran maestro occulto, in alternativa al gran maestro effettivo, tanto da lasciar ipotizzare un rapporto diarchico tra Salvini e Gelli.
1978 – Salvini lascia la carica di Gran Maestro in favore di Ennio Battelli.
1980 – Gelli è all’apice del potere, sul Corriere della Sera del 5 ottobre, in un’intervista rilasciata a Maurizio Costanzo (membro anche lui della P2, ndr) vanta in modo esplicito la propria influenza e le proprie “entrature” ai massimi livelli politici del Paese, suscitando accesissime polemiche su tutta la stampa.
1981 - la guardia di finanza, per ordine dei magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone, che indagavano sul rapimento dell'Avv. Michele Sindona (uomo d'affari siciliano), eseguì due perquisizioni ai danni di proprietà del Gelli. Venne perquisita Villa Wanda ad Arezzo e lo stabilimento della Giole, divisione giovane di Lebole, entrambe di sua proprietà. Proprio negli archivi della Giole le forze dell'ordine sequestrarono un elenco di circa 932 nominativi di appartenenti alla “loggia” P2.
La lista era parziale infatti secondo l’inchiesta parlamentare condotta da Tina Anselmi gli iscritti dovevano essere circa 2500, questo sta a significare che mancano all'appello circa 1568 nomi, che a tutt'oggi nessuno conosce.
La lista (parziale) comprendeva:
- 4 generali dell’aeronautica
- 8 ammiragli
- 22 generali dell’esercito
- 1 segretario di partito
- 5 generali della guardia di finanza
- 12 generali dei carabinieri
- capi dei servizi segreti
- 3 ministri
- 150 alti ufficiali delle forze dell’ordine e dell’esercito
- 67 politici
- 49 dirigenti ministeriali
- 49 tra presidenti e dirigenti di banche
- 47 industriali
Oltre a ambasciatori, uomini d’affari, funzionari pubblici, questori, ecc.
A seguito di ciò, la Corte centrale del GOI (Grande Oriente d’Italia) decreta l’espulsione di Gelli dall’Ordine.
[continua a leggere su STORIA DELLA LOGGIA P2 /PARTE 2]
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