sabato 24 ottobre 2009

LETTERA DI COSA NOSTRA A BERLUSCONI


“[…] posizione politica, intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perchè questo triste evento non abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento, Onorevole Berlusconi, vorrà mettere a disposizione una delle sue reti televisive.”

Questa è la trascrizione della lettera rinvenuta durante la perquisizione effettuata nel febbraio 2005 all’interno del magazzino di Massimo Ciancimino, figlio di Vito Ciancimino (ex sindaco di Palermo, vicino a Cosa nostra e referente politico di Riina e Provenzano).

La lettera, probabilmente scritta da un esponente della Cupola è indirizzata a Silvio Berlusconi.



Stranamente questa lettera è balzata agli onori delle cronache solamente quest’anno, ovvero dopo 4 anni e mezzo passati a marcire in un cassetto della Procura di Palermo. Questa lettera, secondo le fonti investigative doveva transitare per le mani di Ciancimino per essere poi recapitata tramite un amico comune (verosimilmente Marcello Dell’Utri) a Silvio Berlusconi.

Nel verbale redatto dai militari dell’Arma, a firma del capitano Angeli, si legge: «Parte di foglio A4 manoscritto, contenente richieste all’On. Berlusconi per mettere a disposizione una delle sue reti televisive».

Prima di continuare informiamoci su come andarono i fatti alla Procura di Palermo; Giancarlo Caselli fu Procuratore della Repubblica dal 1993 al 1999, il suo successore fu Piero Grasso, dal 1999 all’11 ottobre 2005. Quel giorno infatti, grazie alla cosiddetta “Riforma Castelli”, venne nominato Procuratore Nazionale Antimafia.

Quindi, quando fu ritrovata la lettera a casa di Ciancimino, a capo della Procura di Palermo c’era Piero Grasso, e il suo vice era Pignatone, colui che interrogò Massimo Ciancimino in quella circostanza. Dal 2005 fino al 2009 la lettera rimane ben nascosta negli archivi della Procura, nel 2009 “si scopre” la lettera e viene acquisita agli atti del Processo Dell’Utri.

Durante un'udienza del processo venne mostrata a Ciancimino la lettera, Ciancimino ebbe un trasalimento, il suo tono diventò preoccupato. Da precisare è il fatto che Ciancimino sapeva benissimo che quella lettera gli era stata sequestrata nel 2005, e quindi non fu sorpreso per il fatto di vederla, il suo sgomento era dovuto al fatto che ora ne vedeva solo metà. In seguito dichiarò che la lettera gli sarebbe stata consegnata da Pino Lipari, uomo di fiducia di Provenzano, nella villa di San Vito Lo Capo. Ciancimino non ricorda con precisione la data in cui avvenne la consegna, ma sottolinea che il messaggio era completo, cioè non tagliato a metà così com’è stato trovato dai carabinieri durante la perquisizione e mostratogli. Un particolare che ha preoccupato l’interrogato: «È una vicenda più grande di me», ha detto Ciancimino, secondo cui ci sarebbero altre due lettere di Provenzano a Berlusconi, di cui però ancora non vi è traccia.

Mettendo insieme i dati ci sono alcuni pezzi del puzzle che non si incastrano:

1) Chi ha strappato metà della lettera? Quando? E perché? Già che c’era se la poteva portare via, perché allora ne ha lasciata lì solo metà? Forse perché qualcuno avrebbe tratto un vantaggio dal suo ritrovamento? E se si, chi?

2) Se la lettera è stata ritrovata nel 2005, perché in quattro anni e mezzo nessuno l’ha portata agli atti dei processi di Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa (che dura da 12 anni) e di Massimo Ciancimino per riciclaggio? Perché è stata tenuta nascosta da qualcuno? O per dimenticanza? E perché viene fuori solo ora?

3) Dalla perizia effettuata sulla lettera risulta che fu scritta nel 1991, e allora perché nella lettera lo chiamano onorevole dato che Forza Italia nasce nel ’93?

4) Perché chi interrogò Ciancimino nel 2005 non chiese niente a proposito di quella lettera?

5) E soprattutto perchè quella lettera indirizzata a Berlusconi stava a casa di Ciancimino? Non doveva stare a casa di Berlusconi?

Proviamo ora a fare delle ipotesi.

Il fatto che Berlusconi venga chiamato Onorevole può far pensare che sia stata scritta dopo il ‘93-’94, oppure un attimo prima della perquisizione. Sicuramente prima della perquisizione, forse anche un attimo prima, qualcuno ha avuto accesso ai locali di Ciancimino, ha strappato a metà la lettera e ha deciso, per qualche oscuro motivo, di lasciarne lì solo una parte, proprio quella che riguardava le minacce al Premier e la promessa di un aiutino politico. E la domanda sorge spontanea, cosa c'era scritto nella prima parte della lettera? Nomi? Date? Elementi che potevano far collocare temporalmente la stesura della lettera? Elementi scomodi per qualcuno? Riferimenti a un ipotetica missiva precedente? Non si sa, e forse non si saprà mai.

Però la lettera è rimasta nell’oblio per quattro anni e mezzo. Forse perché qualcuno la teneva nascosta per tirarla fuori al momento opportuno.

Ma la cosa più assurda di tutta questa storia è come mai una lettera che secondo la scientifica è stata scritta dai capi di Cosa nostra nel 1991 e indirizzata a un personaggio di spicco come Berlusconi, dopo 14 anni non è stata ancora recapitata, e si trova a casa di Ciancimino invece che a casa di Berlusconi.

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