sabato 31 ottobre 2009

VEDI NAPOLI...E POI MUORI

Ormai da qualche mese non si sente più parlare dell'emergenza rifiuti a Napoli. Anzi, l'emergenza è ormai finita o quantomeno si avvia alla conclusione. Questo è quello che sappiamo da giornali e telegiornali che si rincorrono a caccia di prostitute e viados di ogni genere e tipo.
Purtroppo la realtà è ben diversa. L'emergenza non è finita, nè tantomeno si avvia alla conclusione. E' vero, le città non sono più piene di monnezza in mezzo alla strada, ma il problema che dal '94 interessa questa regione è localizzato soprattutto nelle campagne. Perchè è lì che avviene lo smaltimento illegale di tonnellate di rifiuti tossici, di derivazione industriale, che sono quelli che provocano la maggiorparte di morti e malattie inquinando i terreni, le falde acquifere e i prodotti della terra.

Ci hanno fatto credere che il problema fossero le buste di immondizia, fatte di rifiuti convenzionali, ammonticchiate presso i bidoni dell'immondizia e a volte bruciate. Quella è solo una parte del problema, la più evidente ma non per questo la più pericolosa. Utilizzata magari per pubblicizzare il malcostume di una popolazione su cui far ricadere le colpe di una crisi creata ad arte con la quale molte persone hanno fatto tanti soldi.
Ma riepiloghiamo i fatti salienti.
- Nel 1994, a causa della saturazione di alcune discariche, ha inizio l'emergenza rifiuti. L'11 febbraio viene emanato da Carlo Azeglio Ciampi il decreto con cui si adotta la misura del commissariamento d'urgenza nella figura del Prefetto di Napoli.
- Nel 1996 con il governo Dini cambia la gestione dell'emergenza: al prefetto la gestione del servizio di raccolta, al Presidente della Regione il compito di predisporre un piano regionale per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani. Piano che verrà pubblicato nel '97 e che prevede la costruzione di due termovalorizzatori e sette impianti per combustibile derivato dai rifiuti (C.D.R.).
- Nel 1998 il Presidente della Regione Rastrelli indice la gara d'appalto per l'affidamento dell'intero ciclo di gestione dello smaltimento di rifiuti. La gara si conclude nel 2000 con Bassolino nuovo Presidente. La gara è vinta dalla società FIBE che quindi deve attuare il piano regionale per lo smaltimento e s'impegna a realizzare i due termovalorizzatori, i sette impianti per c.d.r. e altre discariche.
- La FIBE risulta inadempiente per quanto riguarda la realizzazione dell'inceneritore di Acerra, che sarebbe dovuto essere pronto entro il 31 dicembre del 2000. Intanto il c.d.r. prodotto negli appositi impianti non è quello stabilito nel contratto d'appalto e dalle norme in materia.
- Nel dicembre del 2000 il nuovo prefetto di Napoli nonchè commissario dell'emergenza, Carlo Ferrigno, dichiara che le discariche campane sono sature e denuncia il peggiorare delle condizioni igienico sanitarie.
- Il piano regionale del '97 prevedeva, oltre alla creazione di c.d.r., anche l'attuarsi in maniera più decisa della raccolta differenziata. Ma la mancata attuazione del piano tra raccolta differenziata e inceneritori provoca un acutizzarsi della emergenza. Per fronteggiare la sempre maggiore quantità di rifiuti negli anni dal 2001 al 2003 è necessario quindi riaprire diverse discariche in disuso da tempo.
- Nel 2007 l'emergenza continua ad essere sempre più forte e il Governo Prodi cambia di nuovo commissario nella figura di Gianni de Gennaro che entra in carica l'11 gennaio 2008. Si indicano nuovi siti per l'apertura di altre discariche come quella di Chiaiano e la realizzazione di altri tre inceneritori.
- Il 31 luglio 2007 la Procura della Repubblica di Napoli deposita le richieste di rinvio a giudizio per Antonio Bassolino (Presidente della Regione Campania e commissario straordinario), Piergiorgio e Paolo Romiti (vertici della Impregilo che fa parte della FIBE), le società Impregilo, Fibe, Fisia Italimpianti, FibeCampania e Gestione Napoli.
- Nel maggio del 2008 sale al governo Silvio Berlusconi che tiene il suo primo Consiglio dei Ministri proprio a Napoli. Viene promulgato un decreto nel quale si stabilisce l'apertura di dieci nuovi siti per discariche, quattro termovalorizzatori anzichè tre e vari tipi di sanzioni. Purtroppo vengono posti in questi siti anche i rifiuti pericolosi a cui dovrebbe essere destinato un trattamento differente. Viene nominato nuovo commissario per la gestione dell'emergenza Guido Bertolaso (già commissario nel 2006-2007).
- Il 29 febbraio 2008 dispone il rinvio a giudizio per tutti gli imputati del 31 luglio 2007, nello stesso giorno una donna si da fuoco per protesta davanti alla discarica di Giugliano. Il rinvio a giudizio è per i capi d'accusa di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, falso e abuso d'ufficio.
- Il 27 maggio 2008 25 persone vengono tratte agli arresti domiciliari in seguito dell'inchiesta "Rompiballe" per epidemia colposa. Tra questi Marta di Gennaro (vice di Bertolaso durante il suo primo commissariato) e rappresentanti di aziende collegate al Commissariato per l'emergenza. Tra le accuse anche quella di traffico di rifiuti.
- La fine dell'emergenza è prevista, secondo il governo Berlusconi, per il 31 dicembre 2009.
Alla fine di questo breve sunto sono diverse le cose che non tornano. Credo sia assurdo pensare ancora di addossare le colpe di questa vicenda agli usi e costumi della popolazione campana. I campani non sono zozzoni a cui piace vivere nella loro monnezza, ma anzi sono un popolo che ha combattuto e subito scelte di poteri che non avevano e non hanno l'interesse di migliorare la loro condizione.
Il traffico di rifiuti tossici da sotterrare nelle campagne è un giro d'affari a cui la Camorra non vuole rinunciare, ed una soluzione economica per le aziende del nord che vogliono ridurre i costi. Con buona pace del settentrione ben educato e legalitario.
Amministratori pubblici hanno utilizzato il proprio ruolo per agevolare determinate aziende private rivelatesi incapaci di gestire la situazione, ma molto capaci di prendersi i soldi.
Le risposte dei vari governi che si sono succeduti sono state quasi di tipo totalitario, ovvero imposte alle popolazioni senza alcun confronto o diritto di replica ma anzi con la forza. Col risultato che i campani onesti si sono ritrovati a combattere da una parte contro la Camorra e i corrotti, e dall'altra contro le cariche della polizia e la militarizzazione del territorio.
Stato e Antistato uniti nella lotta contro il bene. Lotta il cui risultato sono stati l'aumento di tumori e morti, l'aumento di discariche anzichè l'uso della differenziata, l'indisturbato traffico di rifiuti tossici smaltiti nelle campagne, la costruzione di nuovi quattro inceneritori.
In tutto questo i napoletani c'hanno guadagnato davvero poco.


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