venerdì 16 ottobre 2009

PACIFIC TRASH VORTEX

PACIFIC TRASH VORTEX, OVVERO... "MONNEZZOLANDIA"

Sapevate che esiste un'isola nell'oceano pacifico che non è segnata sulle mappe? No non è un'isola misteriosa, in cui sono nascosti tesori, ma una vera e propria isola di spazzatura! sulla quale non troverete alcun tesoro bensì rifiuti di ogni tipo.

Questa isola si chiama "Pacific Trash Vortex ", in italiano vortice di immondizia del Pacifico.

Questa sorta di isola si è formata intorno agli anni cinquanta, grazie all'azione di una corrente oceanica dotata di un particolare movimento a spirale orario, che ha permesso ai rifiuti galleggianti in mare di aggregarsi fra di loro. I rifiuti accumulatisi e aggregatisi nel corso dei decenni hanno formato questo mostro galleggiante il cui diametro oggi è di circa 2500 Km (grande quasi due volte gli USA) e ha una profondità di 30 metri.

DI COSA E' FATTA "L'ISOLA"

Storicamente questi rifiuti erano spontaneamente sottoposti a biodegradazione, mentre in questo luogo si sta accumulando una enorme quantità di plastica e di rottami marini. La plastica invece di essere fotodegradata si disintegrata in pezzi sempre più piccoli, che mantengono la caratteristica di polimerica anche quando raggiungono le dimensioni di una molecola, la cui ulteriore assimilazione è molto difficile. Il galleggiamento di tali particelle che apparentemente assomiglia a zooplancton, inganna i molluschi che se ne cibano, causandone l'introduzione nella catena alimentare. In alcuni campioni di acqua marina presi nel 2001 la quantità di plastica superava di un fattore sei quella dello zooplancton (la vita animale dominante dell'area). La spazzatura che alimenta il pacific trash vortex è costituito in parte da materiali,che sono caduti in mare dalle navi cargo che transitano nell'oceano pacifico,a volte sono caduti interi containers. Ma di certo questo enorme orrore non può essere semplicemente frutto del rilascio di oggetti o scarti da parte di navi in transito.

DA DOVE PROVENGONO I RIFIUTI

Da dove può essere nata una tale marea di plastica e rifiuti non biodegradabili? La massa inquinante in realtà è formata da due parti: la massa orientale, a sud-ovest del Giappone e quella occidentale a nord-ovest delle Hawaii. Il tratto di mare interessato all’inquinamento è sito tra Giappone e le coste della California, e interessa la zona delle isole Hawaii, in genere considerato un autentico paradiso ecologico. Una rapida analisi delle correnti oceaniche dimostra che per giungere in quel punto, la massa inquinante può provenire solo dal nord, e più esattamente dal Mare di Bering. In quel punto probabilmente si è generata la marea di plastica grande due volte gli USA che ora affligge il cuore del Pacifico. Lo Stretto di Bering è uno stretto marino tra Capo Dezhnev, il punto più ad est del continente asiatico, e Capo Principe di Galles, il punto più ad ovest del continente americano. solo lo stato americano dell’Alaska e la Federazione Russa si affacciano su di quel tratto di mare del nord, generalmente disabitato per chilometri e quasi mai monitorato da strutture civili o agenzie di stampa. L’Alaska è da sempre uno stato molto attento all’ambiente, difatti il mare di Bering è da sempre una importante risorsa ittica per gli Stati Uniti, da sola tale zona – uno dei sistemi marini più ricchi del pianeta – sostiene metà della industria ittica degli States. Per proteggere queste zone, che custodiscono tra l’altro l’Alaska Maritime National Wildlife Refuge e le Pribilof Islands, definite come le 'Galapagos del Nord', il governo americano – probabilmente preoccupato dalla possibilità di perdere una redditizia risorsa di pesca - ha di recente lanciato una serie di iniziative ambientali, come la “Pacific Environment”, con lo scopo di creare aree marine protette e prevenire perdite di sostanze inquinanti dalle navi. Difficile pensare che interi carichi di ecoballe siano stati rilasciati dallo stato dell’Alaska così vicino a casa propria. Gli americani, quando devono disfarsi di rifiuti (specie se tossici o radioattivi), lo fanno ben lontano dalle loro coste, possibilmente in qualche sperduto paradiso ecologico del terzo mondo, dove non esistono quei diritti civili a cui sembrano così allergici. Dall’altra parte del mare di Bering, invece, abbiamo l’amministrazione Russa, che da anni riceve numerosi ammonizioni internazionali per la scarsa attenzione all’ambiente. Esiste inoltre una penisola la Kamchatka, situata nell’estremo oriente russo, essa è piena di agenti chimici inquinanti dovuti alla massiccia presenza nella zona di basi militari sovietiche, ormai per la maggior parte scarsamente controllate e mal amministrate. Potrebbe essere proprio la Kamchatka il punto di partenza dell'enorme quantità di materiali tossici ed inquinanti che alimentano la pattumiera in mare.

KAMCHATKA, LA PATTUMIERA RUSSA

La Russia , in seguito ad accordi internazionali di non proliferazione militare e nucleare (accettati con qualche recalcitranza), sta smantellando la propria flotta già da qualche anno, e a gran velocità. Metà dei sottomarini è alla fonda da tempo. Ma il problema principale, nella penuria di fondi, per un patrimonio che conta un gran numero di mezzi a propulsione nucleare, è lo smaltimento delle scorie radioattive. Nel 1996 il cosiddetto “Rapporto Nikitin” (opera di un ex ufficiale di marina), denunciò lo spaventoso inquinamento della penisola della Kamchatka, causato dai vecchi sommergibili nucleari (con l’abitudine di scaricare in mare i residui di combustibile), causando l’ira delle alte gerarchie militari. Le basi della Flotta Nord, si leggeva nel rapporto, sono il luogo a maggiore concentrazione di rifiuti nucleari al mondo.Scorie nucleari sigillate e sotterrate dalla Russia, sono presenti in diverse località a sud est della penisola della Kamchatka, nelle vicinanze della costa, insomma un vero e proprio "cimitero militare". Queste scorie, se non correttamente sigillate, possono disperdersi dai siti di interramento e nelle correnti oceaniche,seguendo una traiettoria diretta verso il nord-est del Pacifico. Non è un mistero, ad esempio, che ad oggi i maggiori commerci illegali di materiale radioattivo sembrano partire quasi tutti dall’ex Unione Sovietica. E allora, l’enorme blob di plastica e oggetti inquinanti che sta galleggiando nel Pacifico, è nato forse dal degrado sociale e dalla carenza di controlli esistenti oggi nell’ex Urss, già denunciati diverse volte dalle numerosi leghe ambientali di tutto il mondo? Questo allo stato attuale delle cose non è dato saperlo, ma probabilmente i responsabili delle agenzie ambientali internazionali farebbero bene a iniziare le loro ricerche da lì. Temo però che la sempre maggiore necessità, specie in Europa, delle risorse energetiche provenienti dall’Est, finiscano per rendere l’occidente poco propenso a contrastare l'operato dei paesi dell'est ed in particolare della Russia. Meglio non mordere la mano che ti sfama.

E intanto tra un pò, sui libri di geografia, comparirà un altro continente "Monnezolandia".

Link riguardanti il "Pacific Trash Vortex"

http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/ambiente/isola-rifiuti/isola-rifiuti/isola-rifiuti.html

http://oceans.greenpeace.org/en/the-expedition/news/trashing-our-oceans/ocean_pollution_animation

http://www.greenpeace.org/international/campaigns/oceans/pollution/trash-vortex

http://www.naturalhistorymag.com/master.html?http://www.naturalhistorymag.com/1103/1103_feature.html

http://www.latimes.com/news/local/oceans/la-oceans-series,0,7842752.special

http://www.latimes.com/news/local/oceans/la-oceans-flash-day4,0,7741594.flash

http://oceans.greenpeace.org/raw/content/en/documents-reports/plastic_ocean_report.pdf

http://touching-the-sun.spaces.live.com/Blog/cns!4B2552AEE59AAEAA!691.entry


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