E' arrivato il freddo. Ma per qualcuno sarà una grande freddo. Pochi ne parlano e se lo fanno è per soli pochi secondi. Ora che i problemi cominciano ad aumentare L'Aquila non è più un argomento di cui si parla volentieri in televisione, non è più un fiore all'occhiello del nostro "Governo" da sbattere in prima serata in una puntata di Bruno Vespa.
A più di sei mesi dal sisma sono stati consegnati 1000 dei 4750 alloggi previsti dal Piano C.A.S.E. (che dovrebbero comunque rappresentare una soluzione temporanea). La maggiorparte degli sfollati quindi sono ancora senza casa, costretti a vivere in tende, abitazioni private o alberghi sulla costa o nell'entroterra. Lontano dalle proprie città, da un territorio che si sta spopolando sempre più.
Il ripristino degli edifici parzialmete danneggiati ma comunque riutilizzabili non è ancora cominciato, figurarsi la ricostruzione. Ciò avrebbe permesso il rientro della popolazione in una percentuale non inferiore al 50%, secondo il consigliere regionale dell'Abruzzo Maurizio Acerbo addirittura il 70%. La Protezione Civile conta di lasciare l'Abruzzo entro la fine dell'anno, ovvero una volta che l'intera popolazione sarà dotata di un alloggio prefabbricato di nuova concezione. La messa in sicurezza e la ricostruzione dei paesi e delle città colpite sarà affidata alle amministrazioni locali.
Le stesse amministrazioni già indebitate, che adesso si ritrovano senza entrate fiscali e senza soldi quindi per provvedere alle necessità presenti e future. Le stesse amministrazioni che non hanno più neanche le sedi istituzionali agibili o ancora in piedi. Anzichè agire sui problemi del territorio si preferisce trasferire gli abitanti in altri luoghi, distanti chilometri dai loro affetti ed abitudini. "L'Aquila tornerà presto come prima", si diceva, ma la realtà è che sta diventando sempre più spopolata.
Bertolaso e il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, visto l'improvvisa ondata di freddo, hanno disposto una vera e propria deportazione obbligatoria a chi era rimasto ancora nelle tendopoli, senza diritto di replica. Di seguito alcuni estratti della lettera.
"Care aquilane e cari aquilani, cari amici,
con questa lettera intendiamo spiegare con chiarezza le ragioni che rendono necessario e indifferibile il trasferimento delle famiglie finora accolte nelle tendopoli in alloggi provvisori di altro tipo, sia all’Aquila che nei Comuni dell’entroterra aquilano che lungo la costa della nostra regione. Anche se il tempo è ancora favorevole, l’inverno sappiamo bene che si sta avvicinando...
Siccome le persone che hanno abitato le tendopoli allestite dopo il 6 aprile sono migliaia, non possiamo permetterci che si crei, ai primi freddi, una nuova emergenza nell’emergenza, inevitabile se si volessero trasferire nello stesso giorno quanti sono ancora presenti nelle aree di accoglienza trasportandoli presso gli alberghi ed altri alloggi. E’ una delle nostre più grandi preoccupazioni in questi giorni, soprattutto pensando ai più piccoli e agli anziani.
Per questa ragione vogliamo informarvi che, a partire da oggi 10 ottobre, stiamo avviando un piano di trasferimenti dalle tende che si esaurirà nell’arco dei prossimi giorni. Vi chiediamo di rispettarne le indicazioni, ed in particolare le date di abbandono delle tendopoli, che vi saranno via via comunicate nei prossimi giorni...
Entro il 31 dicembre 2009 tutti coloro che hanno una casa E, F o localizzata nelle zone rosse, riceveranno un’adeguata sistemazione alloggiativa provvisoria nelle strutture C.A.S.E o nei MAP in corso di realizzazione, secondo un calendario di consegne scadenzate all’incirca ogni due settimane...
Sappiamo bene che lasciare gli ambienti e le relazioni che nelle tendopoli si sono instaurate può rappresentare per molti un nuovo trauma, soprattutto se si lascia la tenda per un’altra soluzione abitativa del tutto temporanea e non definitiva. Sappiamo inoltre che tanti, forse tutti quelli che sono stati nelle tendopoli in questi sei mesi, avevano motivi gravi come il lavoro, questioni familiari, altre vere esigenze per non potersi allontanare dalla città. Siamo consapevoli di questo nuovo sforzo e sacrificio che richiediamo a persone già provate dal lungo periodo che ha seguito la fase dell’emergenza dopo il sisma, ma consideriamo questo passaggio, difficile e per molti sgradevole, indispensabile per non correre rischi gravi per la salute e il benessere di tutti nei prossimi mesi...
Questa lettera vi verrà recapitata, campo per campo, nei prossimi giorni. Dal momento nel quale vi verrà consegnato il modulo con la destinazione assegnatavi, riteniamo che possa essere sufficiente per tutti un periodo di pochi giorni per attuare il trasferimento.
Contiamo sulla vostra collaborazione e soprattutto nella vostra comprensione, in questo ultimo grande sforzo comune che ci porterà insieme a festeggiare il Natale in un clima più sereno, tutti a L’Aquila, uniti per avviare il processo della ricostruzione della città.
Guido Bertolaso Massimo Cialente"
La versione integrale della lettera è pubblicata sul blog Miss Kappa, che si occupa della vicenda aquilana vista con gli occhi della popolazione senza sensazionalismi.
Il sindaco Cialente, dopo una debole opposizione alle disposizioni della Protezione Civile ed al suo modo di condurre la gestione dell'emergenza, con questa lettera si allinea alla posizione di Bertolaso rimanendo sordo alle esigenze della popolazione.
Perchè in effetti il modo di gestione non è proprio limpido e trasparente, senza contare il solito scaricabarile tra Protezione Civile e enti locali nel momento in cui è il caso di dare assistenza e spiegazioni.
Infatti la curatrice del blog narra alcune delle sue vicende personali.
"Ieri mattina ho incontrato un funzionario della protezione civile, presso la Di.COMA.C., la direzione di comando e controllo, alla scuola della Guardia di Finanza. Dopo lunga fila, ho potuto colloquiare con un giovane campano. Gentilissimo, affabile, sorridente, accondiscendente. Voce pacata, quasi ipnotizzante, mi ha spiegato che siamo un popolo fortunato, poiché abbiamo ricevuto tantissimi soldi ed abbiamo avuto a disposizione centinaia e centinaia di persone, dotate di spirito di abnegazione, che si sono immolate per la nostra causa. Mi ha spiegato che chi è contro di noi sono le amministrazioni locali ed i nostri stessi concittadini, che non si adoperano a che le cose proseguano per la giusta strada. Quella scelta dal governo. Mi ha fatto riflettere su quanto sia stata sbagliata la scelta, da me intrapresa, di provvedere a me stessa, scavalcandoli. Ora avrei un tetto sulla testa, un confortevole hotel, letto e vitto assicurati, e dovrei solo aspettare che loro finiscano di sistemare le cose per me e per noi tutti. Mi ha detto che la cosa più importante è avere fiducia in chi opera per il nostro bene. Sempre gentilissimo, mi ha dato dei moduli da riempire, asserendo che, su questioni spinose come il lavoro e il danaro dell'autonoma sistemazione che non arriva, risponde unicamante il Comune di L'Aquila. La protezione civile pensa all'unica cosa importante: le c.a.s.e. per gli Aquilani...
Uscita, mi sono diretta verso l'ufficio del Comune, assistenza ai cittadini, due stand più in là. Ho incontrato, sedute dietro la stessa scrivania, due giovani impiegate, molto arroganti e mal disposte, anche volgari,che mi hanno detto che nulla possono fare per me, mi devo rivolgere alla Protezione Civile. Son tornata dal funzionario facendogli notare che le impiegate, abbastanza alterate, mi avevano rimandato da lui. Il giovane mi ha guardata, con lo stesso sorriso pieno di partecipazione e comprensione, e mi ha detto, "vede, signora, avevo ragione. Come si può essere scortesi con chi ha subito un dramma come il vostro? Queste persone sono i vostri avversari".
Nulla ho detto, sarebbe stato come scontrarsi con un muro di gomma. E sarebbe stato inutile sprecare le mie energie residue. Il mio pensiero, però, è andato ai tantissimi Aquilani che hanno avuto modo, dal 6 aprile ad oggi, di colloquiare con i funzionari di protezione civile. E con quelli del Comune.Ed ho capito come molte cose possano essere accadute fino a portarci allo stato attuale, dove chi è stato oppresso arriva ad osannare l'oppressore. Ed a plaudirne l'operato scellerato e le scelte non condivise.
Raggiungendo l'automobile nel parcheggio, ho trovato sul vetro un volantino " FINAbruzzo service. Finanziamenti personalizzati ed imbattibili fino a 50.000 euro. Subito."
Questa è l'unica soluzione concreta che mi è stata posta fino ad ora. Giustapposta al momento giusto, nel luogo giusto. Dai soliti sciacalli."
A più di sei mesi dal sisma sono stati consegnati 1000 dei 4750 alloggi previsti dal Piano C.A.S.E. (che dovrebbero comunque rappresentare una soluzione temporanea). La maggiorparte degli sfollati quindi sono ancora senza casa, costretti a vivere in tende, abitazioni private o alberghi sulla costa o nell'entroterra. Lontano dalle proprie città, da un territorio che si sta spopolando sempre più.
Il ripristino degli edifici parzialmete danneggiati ma comunque riutilizzabili non è ancora cominciato, figurarsi la ricostruzione. Ciò avrebbe permesso il rientro della popolazione in una percentuale non inferiore al 50%, secondo il consigliere regionale dell'Abruzzo Maurizio Acerbo addirittura il 70%. La Protezione Civile conta di lasciare l'Abruzzo entro la fine dell'anno, ovvero una volta che l'intera popolazione sarà dotata di un alloggio prefabbricato di nuova concezione. La messa in sicurezza e la ricostruzione dei paesi e delle città colpite sarà affidata alle amministrazioni locali.
Le stesse amministrazioni già indebitate, che adesso si ritrovano senza entrate fiscali e senza soldi quindi per provvedere alle necessità presenti e future. Le stesse amministrazioni che non hanno più neanche le sedi istituzionali agibili o ancora in piedi. Anzichè agire sui problemi del territorio si preferisce trasferire gli abitanti in altri luoghi, distanti chilometri dai loro affetti ed abitudini. "L'Aquila tornerà presto come prima", si diceva, ma la realtà è che sta diventando sempre più spopolata.
Bertolaso e il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, visto l'improvvisa ondata di freddo, hanno disposto una vera e propria deportazione obbligatoria a chi era rimasto ancora nelle tendopoli, senza diritto di replica. Di seguito alcuni estratti della lettera.
"Care aquilane e cari aquilani, cari amici,
con questa lettera intendiamo spiegare con chiarezza le ragioni che rendono necessario e indifferibile il trasferimento delle famiglie finora accolte nelle tendopoli in alloggi provvisori di altro tipo, sia all’Aquila che nei Comuni dell’entroterra aquilano che lungo la costa della nostra regione. Anche se il tempo è ancora favorevole, l’inverno sappiamo bene che si sta avvicinando...
Siccome le persone che hanno abitato le tendopoli allestite dopo il 6 aprile sono migliaia, non possiamo permetterci che si crei, ai primi freddi, una nuova emergenza nell’emergenza, inevitabile se si volessero trasferire nello stesso giorno quanti sono ancora presenti nelle aree di accoglienza trasportandoli presso gli alberghi ed altri alloggi. E’ una delle nostre più grandi preoccupazioni in questi giorni, soprattutto pensando ai più piccoli e agli anziani.
Per questa ragione vogliamo informarvi che, a partire da oggi 10 ottobre, stiamo avviando un piano di trasferimenti dalle tende che si esaurirà nell’arco dei prossimi giorni. Vi chiediamo di rispettarne le indicazioni, ed in particolare le date di abbandono delle tendopoli, che vi saranno via via comunicate nei prossimi giorni...
Entro il 31 dicembre 2009 tutti coloro che hanno una casa E, F o localizzata nelle zone rosse, riceveranno un’adeguata sistemazione alloggiativa provvisoria nelle strutture C.A.S.E o nei MAP in corso di realizzazione, secondo un calendario di consegne scadenzate all’incirca ogni due settimane...
Sappiamo bene che lasciare gli ambienti e le relazioni che nelle tendopoli si sono instaurate può rappresentare per molti un nuovo trauma, soprattutto se si lascia la tenda per un’altra soluzione abitativa del tutto temporanea e non definitiva. Sappiamo inoltre che tanti, forse tutti quelli che sono stati nelle tendopoli in questi sei mesi, avevano motivi gravi come il lavoro, questioni familiari, altre vere esigenze per non potersi allontanare dalla città. Siamo consapevoli di questo nuovo sforzo e sacrificio che richiediamo a persone già provate dal lungo periodo che ha seguito la fase dell’emergenza dopo il sisma, ma consideriamo questo passaggio, difficile e per molti sgradevole, indispensabile per non correre rischi gravi per la salute e il benessere di tutti nei prossimi mesi...
Questa lettera vi verrà recapitata, campo per campo, nei prossimi giorni. Dal momento nel quale vi verrà consegnato il modulo con la destinazione assegnatavi, riteniamo che possa essere sufficiente per tutti un periodo di pochi giorni per attuare il trasferimento.
Contiamo sulla vostra collaborazione e soprattutto nella vostra comprensione, in questo ultimo grande sforzo comune che ci porterà insieme a festeggiare il Natale in un clima più sereno, tutti a L’Aquila, uniti per avviare il processo della ricostruzione della città.
Guido Bertolaso Massimo Cialente"
La versione integrale della lettera è pubblicata sul blog Miss Kappa, che si occupa della vicenda aquilana vista con gli occhi della popolazione senza sensazionalismi.
Il sindaco Cialente, dopo una debole opposizione alle disposizioni della Protezione Civile ed al suo modo di condurre la gestione dell'emergenza, con questa lettera si allinea alla posizione di Bertolaso rimanendo sordo alle esigenze della popolazione.
Perchè in effetti il modo di gestione non è proprio limpido e trasparente, senza contare il solito scaricabarile tra Protezione Civile e enti locali nel momento in cui è il caso di dare assistenza e spiegazioni.
Infatti la curatrice del blog narra alcune delle sue vicende personali.
"Ieri mattina ho incontrato un funzionario della protezione civile, presso la Di.COMA.C., la direzione di comando e controllo, alla scuola della Guardia di Finanza. Dopo lunga fila, ho potuto colloquiare con un giovane campano. Gentilissimo, affabile, sorridente, accondiscendente. Voce pacata, quasi ipnotizzante, mi ha spiegato che siamo un popolo fortunato, poiché abbiamo ricevuto tantissimi soldi ed abbiamo avuto a disposizione centinaia e centinaia di persone, dotate di spirito di abnegazione, che si sono immolate per la nostra causa. Mi ha spiegato che chi è contro di noi sono le amministrazioni locali ed i nostri stessi concittadini, che non si adoperano a che le cose proseguano per la giusta strada. Quella scelta dal governo. Mi ha fatto riflettere su quanto sia stata sbagliata la scelta, da me intrapresa, di provvedere a me stessa, scavalcandoli. Ora avrei un tetto sulla testa, un confortevole hotel, letto e vitto assicurati, e dovrei solo aspettare che loro finiscano di sistemare le cose per me e per noi tutti. Mi ha detto che la cosa più importante è avere fiducia in chi opera per il nostro bene. Sempre gentilissimo, mi ha dato dei moduli da riempire, asserendo che, su questioni spinose come il lavoro e il danaro dell'autonoma sistemazione che non arriva, risponde unicamante il Comune di L'Aquila. La protezione civile pensa all'unica cosa importante: le c.a.s.e. per gli Aquilani...
Uscita, mi sono diretta verso l'ufficio del Comune, assistenza ai cittadini, due stand più in là. Ho incontrato, sedute dietro la stessa scrivania, due giovani impiegate, molto arroganti e mal disposte, anche volgari,che mi hanno detto che nulla possono fare per me, mi devo rivolgere alla Protezione Civile. Son tornata dal funzionario facendogli notare che le impiegate, abbastanza alterate, mi avevano rimandato da lui. Il giovane mi ha guardata, con lo stesso sorriso pieno di partecipazione e comprensione, e mi ha detto, "vede, signora, avevo ragione. Come si può essere scortesi con chi ha subito un dramma come il vostro? Queste persone sono i vostri avversari".
Nulla ho detto, sarebbe stato come scontrarsi con un muro di gomma. E sarebbe stato inutile sprecare le mie energie residue. Il mio pensiero, però, è andato ai tantissimi Aquilani che hanno avuto modo, dal 6 aprile ad oggi, di colloquiare con i funzionari di protezione civile. E con quelli del Comune.Ed ho capito come molte cose possano essere accadute fino a portarci allo stato attuale, dove chi è stato oppresso arriva ad osannare l'oppressore. Ed a plaudirne l'operato scellerato e le scelte non condivise.
Raggiungendo l'automobile nel parcheggio, ho trovato sul vetro un volantino " FINAbruzzo service. Finanziamenti personalizzati ed imbattibili fino a 50.000 euro. Subito."
Questa è l'unica soluzione concreta che mi è stata posta fino ad ora. Giustapposta al momento giusto, nel luogo giusto. Dai soliti sciacalli."
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